VECCHI AMICI

vecchi amici 2Era così quella notte. Poteva essere una notte qualunque, un’estate qualunque. Una spiaggia come tante, un posto come tanti di quegli anni inquieti, da quegli inquieti e “scanazzati” (scapestrati) che eravamo allora, quasi tutti.

Laggiù, in fondo, un gruppo di ragazzi che gioca, ride, c’è un pallone, qualcuno urla goal, qualcun altro ha portato legna, hanno acceso un fuoco, quello coi capelli lunghi ha la chitarra, notti d’estate e sabbia dappertutto. Cantano, stonano, bevono, qualcuno ci prova con qualcuna, qualcuno pomicia poco più in là, qualcuno è timido, qualcuno è fin troppo esuberante, qualcuno si chiede che ci fa lì ma intanto c’è, qualcun altro è commosso perché gli amici, le canzoni, la spiaggia, quella atmosfera da film, che adesso finalmente non è più un film Anni ’70 ma è realtà: è quello che ha sempre sognato e pazienza se non se lo fila nessuno, forse perché ha l’alito cattivo, come nella canzone di Baglioni. Qualcuno finisce per lanciarsi in acqua, qualcuno viene lanciato, qualcuno fa gavettoni, che c’è un periodo nella vita in cui prima o poi finisce sempre a gavettoni, ma Cristo, proprio mentre stavo per metterle le mani addosso no, non potete rompere il cazzo coi gavettoni proprio adesso, e del resto è sempre così nella vita, anche dopo, crescendo: qualcuno sta allo scherzo e qualcuno si incazza, qualcuno si diverte e qualcuno perde le sue occasioni buone. Qualcuno vince e qualcuno perde. E gli spiegano che bisogna saper perdere e che prima o poi l’autobus ripassa. Oppure sei Forrest Gump e cominci a correre. Corri Forrest, corri…

Vite che si toccano e anche se non lo sanno, anche se molti non si frequenteranno più, sono destinate a rimanere nelle istantanee gli uni degli altri. Istantanee ma per sempre. Comparse o protagonisti di ricordi che a quei tempi neppure avremmo mai sospettato. Erano notti da vivere, mica da riempirci futuri album di ricordi di quarantenni ammorbati dalle loro malinconie.

Venti o trenta anni dopo si rivedono solo ai matrimoni o più facilmente ai funerali, ciao come stai che fine hai fatto cosa fai ora ah davvero complimenti, hai figli, ah, sei separato, anch’io, ma si, sai, hai ragione dobbiamo organizzare, ci rivediamo, ma certo dai… Quello più nostalgico parte con l’immancabile “ti ricordi quando”… e si, in effetti tutti si ricordano, bevono un Negroni e ridono, anche se in realtà avrebbero voglia di piangere, presi come sono da una solitudine che non confessano neanche a  se stessi, mascherata nella 24 ore in pelle, nell’Ipad e nei 3mila amici che fa figo su Facebook, ma che amici veri non ne hanno più da un pezzo. Che uno ha chiesto “con chi esci ora, con chi ti vedi”? La domanda diretta sarebbe stata “quali sono i tuoi amici veri, che ne è stato di tutta quella ansia di percorsi comuni, di cose da costruire insieme, di spaccare il mondo, che da soli sai che noia?” Ma anche nella versione addolcita, la domanda basta per mettere in crisi il vecchio amico di un tempo e fargli farfugliare una risposta indefinita, su comitive non fisse, su “sai, coi bambini, vediamo in base alle loro esigenze” oppure “sono spesso fuori per lavoro e poi sono stanco e non faccio molta vita sociale”. Che è un modo alternativo per dire che gli amici più cari con cui esci nel weekend sono telecomando-lapartitaintv-ilfilmindvd e quelle pantofole in vera pelle che, accidenti, sono così comode che le metteresti anche per uscire.

E poi ci sono quei due, i più inseparabili di un tempo, 10 mila km di viaggi in moto e 10 milioni di cazzate fatte insieme. Finchè uno dei due ha fatto un torto, l’altro si è offeso, hanno aspettato settimane per chiarirsi, poi mesi e poi anni; mentre uno aspettava che l’altro facesse il primo passo, si sono sposati, separati, risposati e messo al mondo tre figli ciascuno. Ogni tanto pensano a quel viaggio in Spagna e a quella ragazza che piaceva a entrambi e non l’ha data a nessuno dei due, ed entrambi nello stesso identico momento, mentre si rigirano ciascuno nel proprio letto, di notte, senza prender sonno, si ritrovano a pensare, da soli coi loro pensieri: chissà che starà facendo quello stronzo…

Basilio Milatos © Riproduzione riservata

6 pensieri su “VECCHI AMICI

  1. Mamma quante cose mi hai tirato fuori con ‘sto post!!!! Bel-li-ssi-mo…. Noi intorno al fuoco mangiamo la pizza, cantando e ballando e poi il bagno di mezzanotte e mentre tutti erano in costume, mia mamma sul più bello scendeva in spiaggia e mi diceva di mettermi qualcosa addosso che se no mi sarebbero venuti i reumatismi 😀

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