BRUTTA STRONZA

BilanciaQuella di Masini, almeno, era “bella” nel titolo. Tu no. Tu sei solo stronza, ma pure brutta: con quel tuo aspetto piatto, quadrato, sensualità zero, dolcezza ancor meno. Mi sveglio presto al mattino, quasi con un chiodo fisso in testa. Mi libero di tutti i fardelli superflui, dal pigiama alla pipì, e leggiadro e nudo come un verme vengo finalmente a te: ti salgo sopra, con ansia, non tanto da prestazione quanto da responso. Dal modo in cui corrisponderai ai miei amorosi sensi nei tuoi riguardi, dipenderà probabilmente il mio umore nel resto della mattinata, se non di tutta la giornata o settimana.

Mi sono preparato bene prima di approcciarmi a te, cosa credi: niente pilloline blu, certo, ma in compenso, per essere più prestante, mi sono inflitto the verdi e pompelmi (che per assonanza ricordano… ma non sono!), ho purificato il mio sangue e stimolato i miei bioritmi con cibo da capra, insalatine da ruminare dal gusto ghiotto quanto bocconi di polistirolo; ho brutalmente stuprato per ore, a velocità crescente, una povera sfigatissima cyclette, che ancora si chiede perché il destino, cattivissimo, invece di assegnarle la minuta fanciulla tutta fitness e tutina alla moda, dal peso oscillante tra i 40 e i 50 kg ma che pure viene in palestra “perché deve dimagrire”, le ha dato in sorte me: è proprio vero, ci vuole culo pure a nascere cyclette!

Ho assistito, ostentando una falsissima indifferenza, agli aperitivi pantagruelici dei miei amici, veri amici, comprensivi, bontà loro; quelli che, nell’afferrare voracemente il trentottesimo pezzetto di formaggio che accompagna il loro prosecchino (c’avvissi affari acidità…), ti dicono, parlando pure a bocca piena: come mai non mangi? Non hai fame? Stai bene?

Dopo tutto questo, ho diritto o no a pretendere da te giusta soddisfazione alle mie bramosie?? Direi proprio di si.

E tu invece cosa fai? Mi guardi con aria fredda, immobile, quasi dovessi adempiere ad una mera formalità. Ti faccio spostare dal tuo angolino: che diamine, io sono ingombrante, per salirti sopra devo pur metterti in una posizione opportuna, non puoi pensare di non collaborare neanche un po’! Cerco, col piede, di sollecitare la pressione giusta per “accenderti”, aspetto che mi dia un segno di vita e finalmente ti salgo su: sono un po’ rigido, teso come un allievo alla prima visita di leva, attento ad assumere la corretta postura. Lascio passare un paio di lunghi secondi e poi finalmente volgo lo sguardo in giù, per guardare nella finestrella quadrata che hai al posto degli occhi e leggere il numerino magico che mi rimandi. Rispetto all’ultima volta dovrai per forza essere più benevola con me!

E invece tu… sei proprio una brutta stronza! Appena 300 grammi in meno, dopo aver pure saltato la pizza del sabato, bilancia malefica!!!

Basilio Milatos © Riproduzione riservata

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